Siamo arrivati alla terza domenica di aprile, il sole è sempre più caldo e il maestrale non mette in pericolo una giornata che si prospetta davvero piacevole. Inizio a camminare attraverso le vie del centro, tra una strada e l’altra e il mio sguardo viene è facilmente catturato dai piccoli scorci di mare.
Scendendo da piazza Yenne attraverso il pittoresco quartiere della Marina, percepisco il “sapore di Mare” e la voglia dei cittadini di fare il primo, fragoroso tuffo al Poetto. Bambini che corrono dietro un pallone vicino alla chiesa, mamme alla ricerca del panino o pezzo di pizza da portare in spiaggia e babbi che controllano l’orario della partita in modo da incastrare gli impegni familiari con la passione sportiva.
Cagliari è viva, rumorosa ma con moderazione, inondata dalla luce e ancora abbastanza fresca da permettere ai turisti di godersi cappuccino e brioche in pieno sole. Continuo a passeggiare nelle via parallele a via Roma e ogni volta noto che è stato aperto un nuovo negozio, un piccolo spaccio alimentare o un altro luogo dove poter mangiare dello street food. Molti sono gestiti da persone che hanno trovato a Cagliari un luogo dove fermarsi, lavorare e costruirsi una vita che nel loro paese sarebbe stata impensabile. Odori, sapori e colori si mescolano in un’essenza unica che ogni tanto viene spezzata dall’arrivo di un carretto di pesce fresco destinato ai tanti ristoranti tipici che si alternano in via Sardegna e limitrofe.
Scendendo da piazza Yenne attraverso il pittoresco quartiere della Marina, percepisco il “sapore di Mare” e la voglia dei cittadini di fare il primo, fragoroso tuffo al Poetto. Bambini che corrono dietro un pallone vicino alla chiesa, mamme alla ricerca del panino o pezzo di pizza da portare in spiaggia e babbi che controllano l’orario della partita in modo da incastrare gli impegni familiari con la passione sportiva.
Cagliari è viva, rumorosa ma con moderazione, inondata dalla luce e ancora abbastanza fresca da permettere ai turisti di godersi cappuccino e brioche in pieno sole. Continuo a passeggiare nelle via parallele a via Roma e ogni volta noto che è stato aperto un nuovo negozio, un piccolo spaccio alimentare o un altro luogo dove poter mangiare dello street food. Molti sono gestiti da persone che hanno trovato a Cagliari un luogo dove fermarsi, lavorare e costruirsi una vita che nel loro paese sarebbe stata impensabile. Odori, sapori e colori si mescolano in un’essenza unica che ogni tanto viene spezzata dall’arrivo di un carretto di pesce fresco destinato ai tanti ristoranti tipici che si alternano in via Sardegna e limitrofe.
La marina è un luogo in continua trasformazione che nei decenni ha subito importanti cambiamenti con un’alternanza di persone, esperienze, sapori, lavori ed etnie uniche all’interno della nostra città. Dalle piccole strade che si intersecano continuamente in una gradevole discesa, sbarco sotto i portici e il mare mi si presenta innanzi.
Via Roma, recentemente rivista nella viabilità, è l’unica strada che si frappone tra me e il lungomare. Attraverso e arrivo nel piccolo porto turistico dove, tra l’immancabile barca a vela Ichnusa e qualche natante di vecchia conoscenza, noto alcuni Yacht di grandi dimensioni che confermano l’inizio della stagione turistica.
Continuo a passeggiare notando un via vai di volti, giovani e anziani, che riscopre una parte della città ristrutturata negli ultimi 3 anni. Uno spazio ampio dove biciclette corrono e dove si può trovare qualche sportivo allenarsi con una racchetta da tennis e una palla attaccata ad un filo. Bizzarro sicuramente ma in grado di catturare l’attenzione di tutti.
Mi siedo sotto uno dei gazebo guardando verso il terminal crociere, una struttura di indubbio fascino architettonico che purtroppo non ha mai svolto il compito per il quale è stato realizzato. Spero ancora che prima o poi il porto di Cagliari possa diventare davvero una parte integrante della città, senza navi cargo, traghetti e strutture semi industriali che potrebbero benissimo essere spostate in luoghi più consoni, lasciando lo spazio ad imbarcazioni più piccole con un rinnovato porto turistico. Un salotto sul mare per i cittadini, un punto di attracco per i viaggiatori e un’estensione della città sull’acqua.
Via Roma, recentemente rivista nella viabilità, è l’unica strada che si frappone tra me e il lungomare. Attraverso e arrivo nel piccolo porto turistico dove, tra l’immancabile barca a vela Ichnusa e qualche natante di vecchia conoscenza, noto alcuni Yacht di grandi dimensioni che confermano l’inizio della stagione turistica.
Continuo a passeggiare notando un via vai di volti, giovani e anziani, che riscopre una parte della città ristrutturata negli ultimi 3 anni. Uno spazio ampio dove biciclette corrono e dove si può trovare qualche sportivo allenarsi con una racchetta da tennis e una palla attaccata ad un filo. Bizzarro sicuramente ma in grado di catturare l’attenzione di tutti.
Mi siedo sotto uno dei gazebo guardando verso il terminal crociere, una struttura di indubbio fascino architettonico che purtroppo non ha mai svolto il compito per il quale è stato realizzato. Spero ancora che prima o poi il porto di Cagliari possa diventare davvero una parte integrante della città, senza navi cargo, traghetti e strutture semi industriali che potrebbero benissimo essere spostate in luoghi più consoni, lasciando lo spazio ad imbarcazioni più piccole con un rinnovato porto turistico. Un salotto sul mare per i cittadini, un punto di attracco per i viaggiatori e un’estensione della città sull’acqua.
Di seguito gli scorci della Marina:
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