Il 19 luglio 1992, alle ore 16.58, una Fiat 126 rubata contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo telecomandati a distanza, esplose in via D'Amelio 21, sotto il palazzo dove viveva la madre di Borsellino, presso la quale il giudice quella domenica si era recato in visita l'agente sopravvissuto Antonino Vullo descrisse così l'esplosione: «Il giudice e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, io ero rimasto alla guida, stavo facendo manovra, stavo parcheggiando l'auto che era alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l'inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L'onda d'urto mi ha sbalzato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c'erano brandelli di carne umana sparsi dappertutto»
Una data da ricordare non solo per la memoria delle vittime, anche per ricordare e fare tesoro dell'esempio lasciato da coloro che a volto scoperto hanno combattuto la mafia sapendo a cosa andavano in contro e i rischi.
Lo sapeva Paolo Borsellino, lo aveva già previsto, ma sapeva anche di non poterlo evitare, non era solo la mafia a volerlo morto.
Oggi nell'aula magna della Corte di Appello di Palermo, anche l'Associazione nazionale magistrati ha ricordato la strage di via d'Amelio con Manfredi Borsellino, figlio di Paolo. Presente anche il presidente nazionale dell'Anm, Rodolfo Sabelli: "Questi incontri dovrebbero essere un momento di riflessione seria e di assunzione di responsabilità. Una riflessione su quello che è accaduto per assumere degli impegni di responsabilità sul presente".
#muovocagliari
Una data da ricordare non solo per la memoria delle vittime, anche per ricordare e fare tesoro dell'esempio lasciato da coloro che a volto scoperto hanno combattuto la mafia sapendo a cosa andavano in contro e i rischi.
Lo sapeva Paolo Borsellino, lo aveva già previsto, ma sapeva anche di non poterlo evitare, non era solo la mafia a volerlo morto.
Oggi nell'aula magna della Corte di Appello di Palermo, anche l'Associazione nazionale magistrati ha ricordato la strage di via d'Amelio con Manfredi Borsellino, figlio di Paolo. Presente anche il presidente nazionale dell'Anm, Rodolfo Sabelli: "Questi incontri dovrebbero essere un momento di riflessione seria e di assunzione di responsabilità. Una riflessione su quello che è accaduto per assumere degli impegni di responsabilità sul presente".
#muovocagliari