La notizia di oggi sicuramente non sarà capita da tutti visto che si tratta di un argomento molto particolare ed estremamente complesso. Parlare di Fisica non è immediato e sicuramente non sono io la persona adatta a potervi chiarire le idee.
È però un orgoglio vedere come una scoperta del genere sia avvenuta proprio nella nostra città da un Team di ricercatori Cagliaritani e all'interno dell'università del capoluogo.
Usando simulazioni quantistiche, il gruppo guidato da Vincenzo Fiorentini, professore associato del dipartimento di Fisica, ha rilevato per la prima volta l’esistenza di un materiale metallico e ferroelettrico:
È però un orgoglio vedere come una scoperta del genere sia avvenuta proprio nella nostra città da un Team di ricercatori Cagliaritani e all'interno dell'università del capoluogo.
Usando simulazioni quantistiche, il gruppo guidato da Vincenzo Fiorentini, professore associato del dipartimento di Fisica, ha rilevato per la prima volta l’esistenza di un materiale metallico e ferroelettrico:
“Si sospettava da 50 anni che la polarizzazione potesse esistere in un metallo“, spiega Alessio Filippetti docente associato all’università di Cagliari, “ma non era mai stata ottenuta in pratica“.
Il gruppo, formato anche dal dottorando Francesco Ricci, Pietro Delugas e dal ricercatore Jorge Iniguez, si è focalizzato sul bismuto e sulla sua capacità di formare legami locali con l’ossigeno e di rendere possibile l’esistenza della polarizzazione
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La scoperta, pubblicata su Nature Communications, potrebbe trovare applicazione nell’optoelettronica, negli schermi dei tablet e nelle memorie non volatili.
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La scoperta, pubblicata su Nature Communications, potrebbe trovare applicazione nell’optoelettronica, negli schermi dei tablet e nelle memorie non volatili.
“Il nostro materiale è una cosiddetta perovskite layered di composizione Bi5Ti5O17, che è sì un metallo, ma scarso, con poca carica libera di muoversi e pure poco mobile. Nei film ferroelettrici convenzionali la polarizzazione produce un campo elettrico molto grande che tende a eliminare le distorsioni che la producono. In sostanza, la polarizzazione si suicida. Qui, invece, il campo sopravvive, la polarizzazione c’è ed è invertibile,” spiega Fiorentini.
Se qualcuno in grado di capire meglio il funzionamento di questa scoperta volesse leggere l'originale su Nature, ho fatto una ricerca e lo trovate a questo link, ovviamente in inglese.