Una compensazione a saldo zero tra le risorse trasferite dallo Stato ai Comuni e quelle accantonate a Roma per abbattere il debito pubblico o per misure eccezionali per riequilibrare le casse delle amministrazioni locali dell’Isola.
La proposta arriva dal leader di La Base, Efisio Arbau, che prende spunto dalla recente impugnazione della Finanziaria 2016 sollecitando un’intesa sulle poste in bilancio piuttosto che imbarcarsi in “contenziosi fumosi, cosa che un governo regionale serio non può permettersi”.
“Meglio, viceversa, sarebbe provare a risolvere alla radice alcuni problemi che gli articoli impugnati volevano affrontare – osserva – Sono circa 300 i milioni di euro che lo Stato trasferisce ai Comuni sardi. E oltre 650 i milioni di euro dei sardi accantonati e trattenuti. Con una compensazione (ridurre gli accantonamenti di una cifra pari ai trasferimenti statali ai Comuni) a saldo zero per entrambe le parti – spiega Arbau – i Comuni sardi potrebbero ricevere i soldi dalla Regione, mandando in soffitta tutte quelle regole di controlli e monitoraggi statali che disturbano l’attività dei Comuni. Ne risulterebbe un sistema coordinato di autogoverno che senza chiedere
trattamenti di favore porterebbe vantaggi per tutti i soggetti interessati. Si chiama autogoverno”.
#muovocagliari
La proposta arriva dal leader di La Base, Efisio Arbau, che prende spunto dalla recente impugnazione della Finanziaria 2016 sollecitando un’intesa sulle poste in bilancio piuttosto che imbarcarsi in “contenziosi fumosi, cosa che un governo regionale serio non può permettersi”.
“Meglio, viceversa, sarebbe provare a risolvere alla radice alcuni problemi che gli articoli impugnati volevano affrontare – osserva – Sono circa 300 i milioni di euro che lo Stato trasferisce ai Comuni sardi. E oltre 650 i milioni di euro dei sardi accantonati e trattenuti. Con una compensazione (ridurre gli accantonamenti di una cifra pari ai trasferimenti statali ai Comuni) a saldo zero per entrambe le parti – spiega Arbau – i Comuni sardi potrebbero ricevere i soldi dalla Regione, mandando in soffitta tutte quelle regole di controlli e monitoraggi statali che disturbano l’attività dei Comuni. Ne risulterebbe un sistema coordinato di autogoverno che senza chiedere
trattamenti di favore porterebbe vantaggi per tutti i soggetti interessati. Si chiama autogoverno”.
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